Liberty's Ocean {L'Oceano di Liberty}

  1. The Pickwick Papers n°09
    Febbraio 2024

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    Giornalino 2024
    By Liberty il 28 Feb. 2024
     
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    The Pickwick Papers
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    Giornalino del Liberty's Ocean | N° 09 | Mese: Febbraio | Anno: 2024
    Novita' nel circuito?
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    Per questo mese, non ho nulla di nuovo da segnalare all'orizzonte, mie cari pirati e piratesse!
    Bensì un forum che di recente è in fase di ristrutturazione grazie alla bravissima hàaveilla° che lo sta riportando alla luce dopo che era rimasto abbandonato da tempo dai proprietari.
    Il forum si chiama Le Cronache di Narnia ~ Italia e parla della saga di Clive Staples Lewis. Se qualcuno è appassionato, vi consiglio di farci un salto.

    Vorrei far presente che il Salotto ha riaperto con le richieste skin, quindi chiunque ne abbia bisogno, si faccia avanti.

    Un oceano di novita'!
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    Cosa porta di nuovo questo mese?

    Niente contest grafici, per un po' credo che farò pausa. Avevo una lotteria sul clima freddo ma ormai è tardi, è la fine di febbraio, credo la conserverò per il prossimo inverno. Anche perchè sarebbe lunga, come al solito faccio troppi tesserini!

    Vi inforno che finalmente i gemellaggi sono sistemati e che quindi chiunque voglia chiederlo, può farlo, basta non sia un blog, artfolio etc. Anche le affiliazioni sono sistemate e per ora non ho intenzione di fare controlli per un po'.

    Ho sistemato come suggerito da PatriciaOwen i link nella sidebar, mettendoci il link al guestbook e spostando invece il link ai banner nella tabella nella home. Anche gli spazi pubblicità in entrambe le tabelle sono sistemati.

    Ancora ho il dubbio nella tabella, con le news, se sia utile o meno, ma anche a cambiarlo, non saprei che cosa metterci. Sono aperta a idee e consigli se volete!

    E come sempre dovrei fare la grafica primaverile ma l'idea che ho è già troppo estiva e ho già dato l'anno scorso di anticipare troppo. Anche qui, idee? Sarà la skin che ormai è al capolinea, ma ho come la sensazione che ci siano troppe sezioni, anche qui, idee?

    Purtroppo il giornalino come vedete a parte un primo boom, non ha chissà quanti lettori e ciò mi dispiace. Per cui se avete delle idee sia per rinnovarlo che per gli argomenti, potete suggerire QUI.

    Per quanto riguardo la scrittura ho tutto ancora in stallo. Non ho tempo (e ammetto) la voglia di andare avanti, senza stimoli e idee. Soprattutto su un personaggio a me caro, Francesco de' Pazzi, ho una fan fiction da continuare oltre quelle a episodi. Mi sono ultimamente fissata con altri argomenti e ho lasciato indietro gli altri. Non so mai se li finirò, ma in caso potete leggerli QUI (chi ha abilitazioni).

    PhotoPickwick del mese

    Be your Valentine?
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    Bello, dolce e romantico San Valentino vero? Ebbene è molto probabile che le sue origini della festa, affondino nel IV secolo, per sostituire la festa pagana dei Lupercalia, gli antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità Luperco. Questi riti si celebravano il 15 febbraio e prevedevano festeggiamenti sfrenati, in aperto in contrasto con la morale e l'idea di amore dei cristiani oltre che vari riti.
    Questi riti, di natura ancestrale e legate alla sfera più antica e primordiale della sessualità umana, furono definite deplorevoli già nel tardo Impero Romano, e furono definitivamente bandite dai papi cristiani. In particolare, sembra che fu il papa Gelasio I a istituire, sul ceppo reciso dei Lupercali, una festività dedicata all'amore, associandola idealmente alla protezione del santo Valentino.
    Santo e martire cristiano Valentino di Terni, nell'Antica Roma in piena età postcostantiniana, prima di essere torturato e martirizzato via decapitazione, curò il figlio del filosofo greco Cratone, affetto da una gravissima patologia neurologica grazie, si dice, alla preghiera.
    È conosciuta, in ogni caso, la leggenda, secondo cui il santo avrebbe donato a una fanciulla povera una somma di denaro, necessaria come dote per il suo sposalizio, che, senza di questa, non si sarebbe potuto celebrare, esponendo la ragazza, priva di mezzi e di altro sostegno, al rischio della perdizione. Il generoso dono - frutto di amore e finalizzato all'amore - avrebbe dunque creato la tradizione di considerare il santo vescovo Valentino come il protettore degli innamorati.

    PickwickMusic del mese




    "A Carnevale ogni scherzo vale."
    Festa in movimento
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    Il Carnevale sappiamo che è una festa tradizionale che avviene sempre al secondo mese dell'anno, ma ogni anno la data è diversa. Per esempio nel 2024, è pure capitata a ridosso di San Valentino, al 13 Febbraio.
    Il termine deriva dal latino "carnem levare", che significa in modo letterale di "togliere la carne" facendo riferimento al banchetto che si teneva il martedì grasso, ultimo giorno per consumare questa pietanza prima della Quaresima.
    Per il rito ambrosiano invece, che si svolge nell'area di Milano, il periodo quaresimale inizia l'ultimo giorno di carnevale, ovvero il sabato dopo il martedì grasso, detto anche "Carnevalone".
    Le origini sarebbero da attribuire di nuovo agli antichi romani, quando a Roma si celebravano cerimonie pagane in onore del Dio Saturno: i Saturnali. Con con questa ricorrenza, si intendeva salutare l'inverno ed accogliere la primavera e la fertilità con i festeggiamenti, durante i quali non vi era più differenza tra nobili e plebei, grazie all'uso delle maschere, per propiziare la primavera imminente. Tutto veniva festeggiato con canti, balli, tante bevande e pietanze, il tutto era scherzoso e ogni etica sociale veniva abbandonata per festeggiamenti sfrenati.
    Le maschere servivano per sovvertire ogni obbligo sociale, trasgredendo in piena libertà, con la complicità di abiti stravaganti che durante il resto dell'0anno non si osava indossare.
    Nel Medioevo, i festeggiamenti lussuosi e goderecci vennero ridimensionati dalla chiesa, lasciando spazio a rappresentazioni di compagnie di attori in maschera. Il momento clou della festa era l'uccisione di un fantoccio, che rappresentava il capro espiatorio dei mali dell’anno passato e un buon augurio per il nuovo.
    Nel XVI secolo si afferma in Italia la "Commedia dell'arte" e, uno dei temi ricorrenti, era la beffa del servo che riusciva ad avere la sua rivincita verso il potente.
    Il più antico Carnevale italiano è quello di Fano, nelle Marche, fu il primo documento che parlava dei festeggiamenti di Carnevale risalenti al 1347, ed è custodito nella Sezione dell'Archivio di Stato della città di Fano. Il Carnevale di Cento, in Emilia Romagna, nacque invece nel XVII secolo ma acquisì importanza a livello europeo, dopo il gemellaggio con il Carnevale di Rio de Janeiro avvenuto nel 1990.
    Oggi, i festeggiamenti del Carnevale sono diffusi in tutto il mondo e vengono celebrati attraverso sfilate di carri allegorici, riti propiziatori e soprattutto feste in maschera. In Italia i più famosi sono quelli di Viareggio con i famosi cari allegorici , e quello di Venezia, dove migliaia di persone invadono piazza San Marco con eleganti abiti.
    Nel resto del mondo, c'è da ricordare il Carnevale di Rio de Janeiro: per il Sud America il Carnevale ha sempre rappresentato un avvenimento importante soprattutto per le classi più povere. Lì il Carnevale comincia il sabato grasso e dura per quattro giorni senza mai fermarsi. La domenica grassa, i carri sfilano per la città e le persone si travestono e ballano al ritmo della "batucada", ballo da cui nasce la "samba de roda" con movimenti del bacino e passi rapidi avanti e indietro dei ballerini. Una curiosità su questo Carnevale: ogni anno, durante questa festa sfilano i "blocos", gruppi di persone con magliette e costumi a tema che animano le vie della città per tutta la durata della festa.
    In Francia, invece, è famoso il Carnevale di Nizza, dove si svolge sia la sfilata di carri che le battaglie di fiori, protagoniste assolute di questo Carnevale francese. Una curiosità su questo Carnevale: durante i festeggiamenti vengono accese più di 12.000 lampadine di 15 watt per illuminare tutta la città.
    In Germania è famoso il Carnevale di Colonia che inizia l'11 novembre alle 11:11, quando vengono nominati i protagonisti di questa festa: il Principe, il Fante e la Vergine che scenderanno in piazza solo il giovedì grasso per sfilare tra il pubblico e dare il via ai festeggiamenti e alle celebrazioni. Una curiosità su questo Carnevale: questa giornata, è interamente dedicata alle donne che prendono il comando nelle case, negli uffici e nei negozi e tutto è loro concesso nei confronti dell'uomo.

    Maschere e colori

    Dolci saturnali

    Chiacchiere e bugie
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    Alzi la mano chi non adora i dolci di Carnevale?
    Proprio perché il Carnevale precede il periodo di astinenza e digiuno tipico durante la Quaresima, al martedì grasso si festeggia quindi banchettando con dolci ed altri piatti abbondanti.
    In ogni regione ce n'è uno in particolare, a seconda delle origini o delle tradizioni culinarie, ma il dolce tipico che lega tutta Italia sono le chiacchiere, simbolo del Carnevale che è diffuso in tutto lo stivale, con la tipica pasta tagliata a nastri a zigzago e ovviamente poi fritta. Un dolce povero ma molto delizioso, per chi ama le cose semplici dai sapori tradizionali.
    Ed è un piatto davvero antico!

    Le chiacchiere (in senso ampio) derivano da un dolce romano, i frictilia, che tradizionalmente venivano preparati proprio in febbraio per festeggiare i Saturnali. Grazie all'estrema semplicità della loro preparazione, durante i festeggiamenti venivano distribuite alla folla ingenti quantità di questo dolce e nessuno rimaneva a bocca asciutta.
    La ricetta delle chiacchiere rimane invariata in tutte le regioni, sono fritte ma a volte ripassate al forno. E' solo il nome che cambia: in Sicilia, Piemonte, Lombardia e Campania vengono chiamate chiacchiere; in Liguria e in una parte del Piemonte vengono chiamate bugie; in Toscana sono i cenci; mentre in Romagna sono i fiocchetti o sfrappole, crostoli in Friuli, Trentino e in alcune zone del Veneto. E frappe nel Lazio. Solo per Venezia e Verona sono i galani.
    A seconda del luogo di produzione verranno aromatizzate con Marsala, acquavite, acqua di fiori d’arancio e ricoperte di zucchero a velo o di miele, cioccolato e mascarpone zuccherato.

    Nel centro Italia, in Abruzzo, Umbria, Marche, Lazio, invece, il dolce tipico del periodo di Carnevale è la cicerchiata, palline fritte messe a corona o piramide, che vengono ricoperte con il miele, molto simili agli struffoli napoletani. La particolarità di questo dolce sta nel fatto che tradizionalmente le palline devono essere fritte nello strutto.
    Nelle Marche tipici sono gli arancini di Carnevale, una pasta sfoglia fritta con succo e buccia d’arancia, da non confondere con i celebri arancini di riso siciliani. Di Spoleto, in Umbria, è tradizionale la crescionda, una torta al cioccolato e amaretti dalla consistenza simile a un budino.
    Nel basso Lazio si preparano i cecamarini, simili alle castagnole, ma di dimensioni più ridotte e dall'impasto più morbido per la presenza di latte.
    In Toscana l’attesa è tutta per il berlingozzo, un dolce tipico a forma di ciambella. A Firenze infine, viene preparata invece la schiacciata, una torta senza burro molto leggera e soffice, che riporta lo stemma della città a forma di giglio. Io stessa l'ho provata, facendola in casa durante la pandemia e vi assicuro che è buonissima.

    Il Sanguinaccio è tipico del Meridione, ed è una crema dolce a base di cioccolato fondente da mangiare accanto alle chiacchiere. Esistono però due versioni, quella moderna, in cui si utilizza semplicemente la cioccolata e quella classica, in cui si usa il sangue del maiale. Oggi, quest'ultima, è diffusa solo in campagna, dove sono ancora molti che continuano a seguire la tradizione.
    Appartiene invece alla tradizione napoletana il migliaccio, dolce un tempo preparato con la farina di miglio (da cui deriva il nome) e che oggi è invece a base di semolino. Sotto il Vesuvio si preparano anche le graffe, ciambelle fritte dall’impasto di patate.
    La pignolata glassata è, invece, un dolce tipico del Carnevale siciliano, nello specifico messinese. Si tratta di gnocchetti fritti ricoperti di glassa bianca al limone o di glassa scura al cioccolato oppure anche ricoperti dal miele.
    Le zeppole sarde sono dolcetti fritti a forma di ciambella o a forma di sottili serpentini di pasta arrotolati della tradizione carnevalesca isolana.

    Per quanto riguarda invece la tradizione culinaria del nord Italia, si troveranno dolci differenti a seconda della regione.
    In Friuli e in Emilia Romagna, ma anche nelle Marche (anche se è una ricetta ligure) si gustano le castagnole, delle palline fritte fatte con farina di castagna, e ricoperte di zucchero, ideali per i bambini. Si può aggiungere anche un poco di liquore, normalmente il rum o la grappa bianca, secondo i gusti.
    In Emilia e in Lombardia questi stessi dolci vengono chiamati tortelli o ravioli dolci e vengono riempiti con marmellata, frutta secca o ricotta.
    Tipico in Lombardia, durante il Carnevale ambrosiano si friggono i làciàditt a base di mele, nel Mantovano si preparano i riccioli o risulèn ovvero dei biscotti preparati con la farina di mais macinata molto sottile (fioretto), a cui si aggiunge burro, zucchero, strutto, tuorli d'uova e scorza di limone grattugiata.
    Dalle mie parti, sono famosi i chisulì cremaschi o chisòi bergamaschi. Sono quasi la stessa cosa solo con nome diverso. L'impasto è più o meno similare: farina, ,un uovo e un quarto circa di latte sono gli ingredienti sempre presenti a cui vengono aggiunti un cucchiaino di lievito per dolci, un pizzico di sale, una grattugiata di limone non trattato e poi la parte forte e profumata costituita da tocchetti o dadini di mela oppure dall’ uvetta. Si possono anche preparare vuoti o con la crema pasticciera. Ogni versione va comunque fritta e verranno delle palline irregolari, da disporre a montagna con una generosa spolverata di zucchero a velo, su un bel piatto da portata.
    In Piemonte vi è la tradizione dei farciò, frittelle che si differenziano dalle castagnole perché sono gonfie e vuote all'interno, e di dimensioni più importanti, che possono anche essere guarnite con crema pasticcera.
    Nel Veneto ci sono le fritole, cioè delle frittelle ripiene di uvetta e pinoli, che anticamente erano una specialità esclusivamente veneziana, ma che poi si sono diffuse in tutta la regione in diverse varianti.
    Tra i dolci tradizionali in Alto Adige rientrano i Apfelkiechl, e realizzate con fette di mele spesse, rivestite da una pastella croccante, e i krapfen che qui vengono chiamati Faschingskrapfen, ossia krapfen del Carnevale.




    "Le sirene non hanno lacrime e soffrono molto di più."
    La santa Sirena
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    Come promesso eccoci qua a parlare di sirene. Vi avevo detto di rimanere sintonizzati su un argomento che sto scoprendo un poco alla volta, molto di recente.
    E durante le mie ricerche nelle varie leggende, mi sono imbattuta in articoli che parlavano di questa santa sirena, tra Irlanda, Galles e la nostra Italia.
    La storia mi ha talmente incuriosita, che ho voluto scriverla qui per farla conoscere anche a voi.
    Questa è la storia di una sirena di nome Murgen, ovvero la nata dal mare così la chiamavano, che viveva in una grossa conchiglia tra Calabria e Sicilia e prediceva il futuro nella notte tra il 24 e il 25 gennaio.
    L'origine, potrebbe arrivare dal periodo di semina, in cui ella prevedeva l'arrivo delle tempeste ai pescatori, quindi sarebbe più corretto collegarla all’arrivo della stagione in cui il mare è più pericoloso. Un'altra interpretazione riguarda la somiglianza tra il nome della sirena e quello della ben più nota strega Morgana, che in virtù della sua natura sovrannaturale non è escluso sapesse predire il futuro.
    Il nome Murgen ricorre anche al di fuori del territorio italiano; lo menziona J.L. Borges nel suo "Manuale di Zoologia Fantastica", in cui racconta di come nel VI secolo una sirena lacustre fu pescata in Irlanda del Nord, nei pressi di Belfast, nell'anno 558. Altre versioni dicono che Borges racconta di una sirena catturata in Galles, che poi fu battezzata con il nome di Murgen.
    Era descritta come duna fanciulla di bellezza incomparabile, dalla pelle diafana e lunghi capelli biondi. Le dita delle mani erano palmate e gli occhi assomigliavano a quelli di una gatta più che umani.
    La storia comunque parla di una donna-pesce che era in grado di parlare nella lingua corrente e di come si fosse trasformata in sirena, dato che quella non era sempre stata la sua forma, ma la assunse vivendo nel mare in seguito alla perdita degli amati genitori. Trecento anni prima era stata una ragazza di nome Libano (Li Ban), che aveva perduto la famiglia tra i flutti. Per un anno, era vissuta sotto le onde, e si era così trasformata in una sirena.
    I pescatori però non ebbero pietà di lei e la imprigionarono per esibirla in una tinozza d'acqua nelle fiere di paese, così che ognuno la potesse vedere. Un essere del genere, andava in qualche modo ordinato all'interno del mondo civile e venne perciò battezzata come Murgen.
    La sirena, che già aveva 300 anni, un giorno morì in circostanze che non sono state riportate da Borges; un'altra versione vuole che la creatura poi venne rilasciata dai suoi aguzzini grazie alle sue doti ammaliatrici e, secondo le storie marinaresche, avrebbe seguito alcune imbarcazioni spagnole per raggiungere e stabilirsi nel Mar Mediterraneo.
    Si dice che quella stessa sirena trovò dimora nella zona dal vulcano sommerso Marsili, tra Calabria e Sicilia e che ancora oggi si mostri in scia alle navi a chi presta un po' di attenzione.
    Ad ogni modo, in seguito alla sua dipartita le furono attribuiti una serie di miracoli, per questo venne dichiarata santa e diventò Santa Murgen, la prima santa Sirena.

    Dite Cheese?

    La vera sirenetta
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    Hans Christian Andersen scrisse la fiaba "La Sirenetta" (in danese Den lille Havfrue) nel 1837, ed è uno dei suoi racconti più famosi, e a mio giudizio uno dei più cupi, conosciuto grazie al successo della rappresentazione in cartone animato della Disney, uscito nel 1989.
    Andersen ha sicuramente preso spunto dal folclore medievale, che trasforma la sirena da donna-uccello temuta nell'epoca greco-romana, nella figura della donna metà pesce e metà umana, abitante degli abissi che attira i marinai incauti e che tutti oggi conosciamo. O che diamo per scontato come rappresentazione.
    La Ariel di Andersen viene chiamata solo "Sirenetta" come nome proprio. Ariel invece è un nome di origine ebraica (è anche uno dei nomi della città di Gerusalemme nel Vecchio Testamento), un arcangelo che si prende cura del mondo fisico.
    Nella versione originale, una bella sirena dagli occhi azzurri di nome Sirenetta, viveva sul fondo del mare con suo padre, il Re del Mare, rimasto vedovo, le sue cinque sorelle e anche una nonna, una donna saggia e di sani principi.
    Il desiderio più grande di Sirenetta era salire in superficie e guardare il cielo, ma avrebbe dovuto aspettare il compimento del quindicesimo anno d'età, e in questo, la nonna l'aveva preparata a tale esperienza. Quando il grande giorno arrivò, Sirenetta dovette subire un rito di passaggio: una coroncina di gigli bianchi sui capelli in testa con ogni petalo di fiore formato da mezza perla, e otto ostriche conficcate nella sua coda, arrecandole il dolore necessario a domare l'orgoglio, come le spiegò la stessa nonna, rispondendo alle sue lamentale.
    Alla fine riuscì nel suo intendo e andò in superficie ad osservare gli uccelli, le stelle, le navi di passaggio.
    Una di queste navi buttò l'ancora per celebrare un evento con musica e fuochi d’artificio, lei vide il giovane capitano che stava festeggiando il compleanno proprio sulla nave, e se ne innamorò. All'improvviso, il mare si gonfiò e si scatenò una tempesta che travolse l'imbarcazione e il suo equipaggio. Il giovane, caduto in mare, perse i sensi e Sirenetta lo trasse in salvo portandolo su una spiaggia vicino a un tempio; il principe tuttavia aveva perso conoscenza e non ebbe modo di vederla. Appena lui aprì gli occhi vide il volto di una giovane dama umana accorsa insieme ad altre dal convento per trarlo in salvo. La sirena si era intanto nascosta dietro alcune alte pietre che spuntavano dall'acqua, vide che il ragazzo era in salvo e sorrideva, ma vedendo che non sorrideva a lei, se ne dispiacque, tornando negli abissi.
    Sirenetta, divenuta malinconica, non raccontò nulla alle sorelle. Per molte volte al mattino e alla sera, risalì fino al punto in cui aveva lasciato il ragazzo, ma non lo vide mai e così se ne tornava a casa ogni volta sempre più triste.
    Chiesto alla nonna circa la mortalità degli umani, scoprì che loro vivessero molto meno delle sirene ma che però avevano un'anima immortale che continuava a vivere.
    Così andò dalla Strega del Mare a chiedere un paio di gambe umane e la vecchia sirena, il cui antro era protetto da un enorme polpo, le chiese in cambio la voce. Inoltre, la redarguì sul fatto che lei sarebbe rimasta muta per sempre perchè le sarebbe stata tagliata la lingua e che se il capitano avesse sposato un'altra, lei non sarebbe mai più potuta tornare sirena e il suo corpo si sarebbe dissolto, in caso contrario avrebbe ottenuto l’anima.
    Ella desiderava poter camminare non solo per l'amore nei confronti del ragazzo o per curiosità verso la vita terrena, ma soprattutto perché aveva imparato da sua nonna che gli umani avevano un'anima immortale, mentre le sirene dopo la morte si sarebbero trasformate in spuma di mare.
    Sirenetta accettò comunque, e una volta ottenuta la pozione tornò al castello. Andò in silenzio nel giardino e prese un fiore da ogni giardinetto delle sorelle; gettò con le dita mille baci verso il castello e salì per il mare blu.
    La trasformazione di Sirenetta fu però decisamente cruenta, ed è la strega stessa a tagliarle la lingua. Inoltre, la comparsa delle gambe fu per lei così dolorosa che, ad ogni passo, la giovane aveva la sensazione di essere trafitta da coltelli.
    Una volta in superficie, si fece trovare dal ragazzo sulla scalinata del castello. Lui la trovò e l'accolse, le parlò della sua esperienza e delle meraviglie del mare, sì, a una sirena. Inoltre la lasciò dormire ai piedi del suo letto, chiamandola pure "la sua trovatella". Un vero gentleman. Più di tutto, gli piaceva vederla ballare, e lei ballò per lui nonostante soffrisse un dolore lancinante ad ogni passo. Ben presto Sirenetta diventò la compagna preferita del principe e lo accompagnò in molte delle sue uscite. Dato che lei era muta, lui le confidava i suoi pensieri e sentimenti più profondi, ma non si innamorò affatto di lei.
    Oltretutto, quel gran spaccone di capitano, nel cuore aveva la dama che aveva visto appena aperti gli occhi, e teneva Sirenetta solo perchè le somigliava, doveva sposare una principessa di un regno confinante per un matrimonio combinato ma che egli confidò a Sirenetta, non amava. Si scoprì che la dama sconosciuta era la stessa principessa che doveva sposare e il ragazzo, che era anche un principe, la sposò. Sirenetta dovette perfino ballare al loro matrimonio.
    Il cuore di Sirenetta si spezzò, e si mise ad attendere l'alba per dissolversi nel mare, quando all'improvviso le sue sorelle emersero dal mare e le diedero un pugnale ottenuto dall'anziana sirena in cambio dei loro bellissimi capelli, infatti era l'unico modo per rompere la maledizione e diventare di nuovo una sirena. Se lei sarebbe riuscita ad uccidere il principe e a intingere i piedi nel suo sangue prima del sorgere del sole, avrebbe potuto tornare a essere una sirena, senz'anima sì, ma perlomeno non si sarebbe dissolta nel nulla.
    Tuttavia Sirenetta non ebbe coraggio di uccidere il principe, perchè amava troppo il ragazzo. Gettò il pugnale in mare al sorgere del sole, si gettò in mare trasformandosi infine in spuma.
    La luce filtrò nell'acqua e una forza misteriosa sollevò Sirenetta tra le nubi, erano le fate dell’aria che accettavano tra loro solo chi era stato colmo di bontà verso gli umani, per far ricadere le loro lacrime sulla Terra sotto forma di rugiada. Dopo 300 anni di permanenza tra gli esseri dell'aria, in cui svolazzare per il mondo e spandere buone azioni a destra e a manca, accederà al Paradiso.
    Sirenetta salutò gli sposi, sebbene loro non potessero vederla e per la prima volta pianse, salendo infine nel cielo.
    Non è finita qui: per ogni bambino buono che riuscirà a trovare, le verrà risparmiato un anno di attesa, ma per ogni bambino cattivo che piangerà, prolungherà un giorno per ogni lacrima il suo apprendistato.

    Sirenetta, è stata successivamente omaggiata con una statua di bronzo nel porto di Copenaghen. Personalmente l'ho vista ed è più piccola di quanto appaia in foto, oltre che sembra davvero triste poverina.




    "Firenze non si duole se tutta non si muove."
    C'era una volta Firenze
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    Eccoci alla quinta edizione della rubrica!
    Pure stavolta parliamo di un componente della famiglia Pazzi, nato nel 1423.
    Jacopo de' Pazzi, figlio di Andrea de' Pazzi e di Caterina Salviati, era un politico italiano e uno dei responsabili della Congiura dei Pazzi. Egli era infatti lo zio paterno proprio di Francesco de' Pazzi.
    Aveva tre fratelli: Antonio, Guglielmo e Piero; tre sorelle: Apollonia, Lena e Albiera.
    Non si sa nulla della sua infanzia, Jacopo era uno dei cittadini più ricchi di Firenze ed era stato lui a commissionare a Giuliano da Maiano il palazzo familiare.
    Accatastato nel quartiere di S. Giovanni, gonfalone Chiavi, nel 1445, alla morte del padre, insieme con i due fratelli maggiori Antonio e Piero (Guglielmo era già morto prematuramente almeno dal 1439), entrò in possesso della gigantesca eredità di famiglia. Pochi anni dopo, nel 1451, morì Antonio e nell’autunno 1464 anche Piero. Preso nelle mani la banca Pazzi e l'essere tutor dei suoi molti nipoti (in parte nati da Piero, in parte da Antonio) si concentrò così l'intero patrimonio familiare.
    Erede del banco di cui era stato a capo il padre Andrea, Pazzi fu, tra le altre cose, socio preminente di una bottega dell’arte della seta nella quale operò per più di venti anni. Il suo capitale annoverava numerosi beni immobili e poderi nel contado fiorentino, a Montughi, Careggi, Fiesole, Montemurlo, Prato, quote di denari di Monte e molte società in affari.

    Angelo Poliziano, nel suo "Pactianae coniurationis commentarium" (Commentario sulla congiura dei Pazzi), lo descrisse come un uomo pallido che scuoteva sempre la testa, prodigandosi anche nel suo profilo psicologico. Mai fermo, iracondo empio e bestemmiatore, sia avido che dilapidatore, sperperò il proprio patrimonio e rovinò la sua famiglia con le sue dissolutezze notturne e la sua passione per il gioco. Questo però a suo dire.
    Nel 1442 sposò Maddalena Serristori, rinchiusa successivamente nel convento dopo la congiura. Ebbe una figlia naturale nel 1463, poi legittimata, Caterina de' Pazzi, discepola del presbitero Stefano da Bagnone (anch'egli coinvolto nella medesima congiura), la quale pure lei si chiuse nello stesso convento della matrigna, quello di Monticelli.

    Così come i fratelli prima di lui, inoltre, Jacopo sovvenzionava la cerimonia del fuoco benedetto, il fuoco distribuito ai fedeli nel giorno del sabato santo, in cui simbolicamente riviveva il ricordo dell'avo Pazzino de' Pazzi, che aveva partecipato alla prima crociata con Goffredo di Buglione. L’iconografia del fuoco ricorre anche nei capitelli del cortile interno dell'oggi palazzo Pazzi Quaratesi, edificato sul canto de' Pazzi che ancora oggi occupa l’angolo tra via del Proconsolo e borgo degli Albizzi. Sebbene una tradizione datata abbia fatto risalire al padre Andrea il progetto del palazzo, attribuendo invece a Jacopo la responsabilità di averlo distrutto in un tentativo di rifacimento, è invece fortemente probabile che sia stato proprio Pazzi a farlo edificare, tra il 1458 e il 1462, secondo nuovi criteri architettonici, al posto dell’originario edificio trecentesco e ad ampliarlo con gli ambienti di una casa adiacente ottenuta dal fratello Piero nel 1462 tramite lodo.

    La sua vita politica fu prolifica. Jacopo ottenne per due volte la carica di priore, nel 1455 e nel 1463. Fu inoltre gonfaloniere di Giustizia nel 1468. Il 24 febbraio 1469, mentre era in carica come gonfaloniere di Giustizia i consigli deputati decisero di insignirlo del cavalierato, nel 1473 dei Dodici buonuomini, mentre le estrazioni della cedola con il suo nominativo che si ebbero nel 1467 andarono a vuoto perché era fuori città. Estratto all'ufficio dei Dodici in due altre occasioni, nel 1462 e nel 1474, in entrambe fu trovato insolvente con il fisco e dunque ineleggibile.
    E' probabile che fu proprio a questa vicenda che va fatta risalire la lettera scritta, nel dicembre del 1474, a un Lorenzo il Magnifico apparentemente più patrono che antagonista, con la quale Pazzi chiese esplicitamente di poter essere accolto "nel numero de' principali".

    L’evento decisivo della vita di Pazzi fu il coinvolgimento nella congiura ordita contro la famiglia Medici nell’aprile 1478, ordita tramite suo nipote Francesco de' Pazzi, tesoriere di Papa Sisto IV. Egli infatti aveva numerosi contatti dentro e fuori la curia, tra i quali lo stesso papa. Fu proposta nella stessa villa di Jacopo, quando diversi individui insoddisfatti del dominio dei Medici sulla Repubblica fiorentina, si incontrarono per pianificare l'assassinio di Lorenzo e Giuliano de' Medici, che avrebbe permesso loro di assumere il governo di Firenze.
    Il 26 aprile 1478 si passò all'azione con l'uccisione tramite sicari di Giuliano de' Medici e il ferimento di Lorenzo il Magnifico che si trovavano nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore per la messa. Consapevole del fallito attentato, Jacopo tornò a casa e trovò Francesco con una ferita ad una gamba, autoinflittasi nella ferocia di uccidere Giuliano.
    Ancora forte dei suoi accoliti e con 100 uomini armati, Jacopo corse quindi per le strade di Firenze gridando "Popolo e libertà!"; si recò in piazza della Signoria per chiamare il popolo in armi ma quando la folla cominciò ad urlare "Palle!" per esprimere la lealtà verso i Medici. Una volta arrivati gli uomini di Jacopo a Palazzo Vecchio, essendo fallito il primo tentativo di Salviati, avviene un tafferuglio, con gli uomini dei Pazzi che cercano di entrare e liberare gli altri congiurati, e le guardie del palazzo che cercano di respingerli lanciando pietre dall'alto. Jacopo vedendo che le truppe accampate fuori città non si fanno vedere, e venendo preso a sassate, fuggì dalla città verso porta alla Croce con una scorta.
    Quel pomeriggio stesso, il corpo del nipote, Francesco de’ Pazzi verrà appeso alle finestre di Palazzo Vecchio assieme ad altri, tra cui Renato de' Pazzi, nipote di Jacopo da parte di Piero, sebbene fosse estraneo ai fatti.
    Mentre si nascondeva pressi di San Godenzo, in località Il Castagno, mentre cercava di valicare l'Appennino e, nonostante le sue preghiere, fu riconosciuto da dei montanari. Altre fonti parlano che fu riconosciuto da un giovane contadino, la cui pietà egli tentò di comprare invano con l'offerta di alcuni fiorini d’oro, perché gli facesse la grazia di consegnarlo già morto ai suoi nemici.
    Ad ogni modo, fu rimandato a Firenze, dove fu interrogato. Confessò senza l'uso della tortura, e infine impiccato alla fine del mese, accanto al corpo in decomposizione di Salviati, altro congiurato.
    Nemmeno dopo la morte il cadavere di Jacopo venne lasciato in pace. Dopo essere stato seppellito nella Cappella Pazzi in Santa Croce, una serie di piogge scroscianti fecero lamentare i contadini che si trattava di una punizione divina per aver sepolto in terra consacrata un uomo tanto empio. Venne così disseppellito e inumato fuori dalle mura, tra la porta alla Croce alla porta alla Giustizia.
    La domenica seguente (altre versioni dicono tre settimane dopo), una banda di ragazzi estrasse da terra il cadavere e ne fece oggetto di vilipendio. Il corpo nudo, legato a un bastone fu trascinato in macabra processione per la città. Lo portarono davanti a Palazzo Pazzi, in un macabro scherzo verso i suoi familiari. Il cadavere fu allora poi gettato nell'Arno dal ponte di Rubaconte (oggi rinominato ponte alle Grazie). .Il cadavere trasportato dalla corrente non mancò di ispirare strambotti e canzoni dissacranti.
    La moglie di Jacopo, già da anni ritiratasi in convento, fu chiusa a vita lì dentro, dove vi morì nel 1480. Anche la figlia naturale di Jacopo, Caterina, fu chiusa in convento fino alla fine, avvenuta nel 1490, dieci anni dopo la matrigna. Il ramo di Jacopo si interruppe, per fortuna direi.

    Jacopo de' Pazzi viene interpretato dal bravissimo Sean Bean nella seconda stagione della serie televisiva I Medici, di cui è il principale antagonista assieme al nipote Francesco. Nella serie Da Vinci's Demons Jacopo è invece interpretato da Michael Culkin.

    Se siete interessati a conoscere belle altre curiosità sulla città di Firenze, vi rimando alla rubrica: Piccole curiosità su Firenze di Febbraio, del Il Giornalino de Il Salotto.

    Coriandoli di zucchero
    Food-Bunch-Ingredients-icon
    Non è Carnevale senza una manciata di bei coriandoli colorati. Ma è sempre stato così? I coriandoli esistevano già secoli fa, ma non così e non di certo in carta colorata.
    Durante il Carnevale era usanza lanciare oggetti dai carri per festeggiare; durante il Medioevo alcune testimonianze narrano che si lanciavano gusci d'uovo colorati, fiori aromatici e semi.
    La tradizione di lanciare coriandoli risale 'solo' dal Rinascimento, quando i coriandoli venivano realizzati con zucchero ricoperto sui semi di coriandolo o mandorle.
    Nel tempo però, quest'usanza divenne troppo costosa a causa del costo elevato dello zucchero, e questi dolcetti sono stati sostituiti prima da palline di gesso e poi da palline di carta colorata.
    L'invenzione dei coriandoli di carta è attribuita a due italiani: Enrico Mangili di Crescenzago, in provincia di Milano, che nel 1875 commercializzò dei dischetti di carta colorata al posto dei gessetti. L'idea ebbe subito molto successo, visto il costo esiguo dei coriandoli. Nel 1957, però, ai microfoni della Rai, l'ingegnere Ettore Fenderl rivendicò l'invenzione: dichiarò che aveva avuto lui l'idea dei dischetti di carta nel 1876 a Trieste, perchè non aveva soldi per comprare i gessetti.
    La differenza tra la trovata di Fenderl e quella di Mangili fu quindi che solo nel secondo caso i dischetti vennero commercializzati. Questo elemento attribuisce l'invenzione all'ingegnere milanese, a cui per altro si deve anche la creazione delle stelle filanti: nell'idearle l'uomo si ispirò alle striscioline di carta che scorrevano nei telegrafi per ricevere i segnali alfabetici Morse.

    Ringraziamenti
    Con questo piccolo spazio ringrazio tutti di aver letto. I testi sono stati scritti di mio pugno, con il piccolo ausilio di qualche sito di rilevanza per gli aspetti più tecnici e l'onere della veridicità:
    https://it.wikipedia.org/
    www.lacucinaitaliana.it/
    www.dolciemozioniincucina.it/
    www.fanpage.it/
    www.055firenze.it/
    www.triesteprima.it/

    Per le icon categorie si ringrazia:
    www.iconarchive.com/
    Per le fotografie si ringrazia:
    www.google.it/

    Vuoi contattare la Direttrice per i prossimi argomenti? Lo puoi fare QUI nel topic.
    Se ti interessa potremo parlarne insieme e avrai i tuoi ringraziamenti nel prossimo episodio!

    Piccolo spazio pubblicita'



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    Edited by Liberty - 30/3/2024, 21:07
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    Eccomi qui a commentare il giornalino :D.
    Grazie per i ringraziamenti e per quanto riguarda le richieste skin, come sempre spero di non pentirmene per averle riaperte, al massimo ci metto un attimo a richiuderle :XD:.

    Per quanto concerne la tabella e le news forse lo spazio a loro dedicato è piccolo e non risalta molto, quindi la butto lì "potresti creare una piccola sidebar ed aggiungere tutte le news lì :D. Oppure potresti fare come ho sul mio forum, metti la tagboard e scrivi lì tutte le news. Però direi che la separerei dalla sidebar che già hai in modo da dargli più risalto.

    Sulla lunghezza del forum, non lo trovo così lungo, però non so proverei a dargli un po' più di movimento, i blocchi, eccetto l'ultimo, sono tutti composti da 4 sezioni potresti provare a fare un blocco grande e tre sezioni affiancate.
    Per esempio nel primo blocco metti come sezione grande il "Port Royal" e le altre 3 affiancate.
    Il secondo blocco lo lasci così o in alternativa potresti mettere tutte e 4 le sezioni affiancate e per il terzo blocco potresti fare con per il primo, magari mettendo la sezione grande dalla parte opposta ed in questo caso metterei in evidenza la sezione "The Pickwick Club" :D.

    Si, purtroppo sto riscontrando un po' anche io questo problema, non si ricevono molti commenti sul giornalino, e tu a differenza di me fai tutto da sola e ci stai molto dietro con tutte le varie curiosità. Non saprei proprio, forse fa fatica leggere e di conseguenza commentare.

    Come sempre sono molto interessanti gli aneddoti che ci racconti, a partire da San Valentino fino ad arrivare alla Sirenetta :D. Per quanto concerne i dolci io preferisco di gran lunga le chiacchiere rispetto alle frittelle di riso :D. E si, prima o poi dovrò impegnarmi a "studiare" per bene i vari personaggi fiorentini ;).
     
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    Ciaaao eccoti! Ormai sei l'unica avventrice del giornalino XD
    Si infatti, fai presto in caso a richiuderle o a dare accesso a un gruppo ristretto in caso. In fondo il forum è tuo e decidi te se hai tempo e voglia ;D

    Un'altra sidebar ho paura che occupi troppo spazio, a meno che sacrifico qualcosa in quella già attuale, sempre che ovviamente quelle news siano utili. Perchè s enon lo sono evito ecco. Più che altro poi in quel buco in tabella non saprei che metterci. L'idea della tagboard invece mi piace devo dire =)

    In effetti avevo la sezione grande con le tre accanto, ma a ogni cambio skin era davvero un problema sistemarla, magari provo a rimetterla con la skin primaverile così per cambiare un po' seguendo come dici tu il fatto di alternare (anche perchè il blocco off topic con vicino staff mi piace poco com'è ora).

    Da una parte mi consola che non sia solo il mio, però è davvero triste, anche tu e le tue collaboratrici ci mettete impegno nel crearlo ed è un peccato. Probabile che troppa fatica...

    Idem, si preferisco le chiacchiere quelle normali con solo su lo zucchero a velo, sono le migliori ** Sii, intanto qui ti fai delle piccole nozioni ^^
     
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    Se ti piace di più l'idea della tagboard prova a vedere, sicuramente risalterebbero di più le novità :D.
    Per lo spazio in tabella non saprei cosa potresti metterci per sostituire le news, forse una piccola immagine a tema con la stagione? Oppure qualcosa che vorresti fosse ben visibile, anche una sezione non saprei.

    Si lo ricordo che l'avevi, per mia fortuna facendomi le skin da sola oltre a sistemare i bottoni delle sezioni e le immagini non devo ritoccare molto il codice in fatto a larghezza, però si scoccia lo so, scoccia anche a me fare quelle poche modifiche :XD:.

    Concordo, è un peccato per tutto il lavoro che c'è dietro, ma io non demordo e continuo per la mia strada :D.
     
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    SI posso provare, poi di solito la toglievo sempre hahahaha XD Più che altro poi perdo gli aggiornamenti messi fin ora con le date.
    Si in effetti c'era quella prima, un'immagine stagionale che poi usavo come usebar. Proverò a ripristinarla magari, perchè lo spazio è molto piccolo.

    Si abbastanza, se poi non vengono al millimetro mi girano subito XD

    Si in questo sei più pervicace e perseverante ^^
     
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4 replies since 28/2/2024, 00:30   33 views
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